La libertà è il diritto dell'anima di respirare."Will Hunting, Genio Ribelle"

Diamante


Rimboccarsi le maniche e camminare..

Un giorno ti prenderò per mano, sarai solo una bambina, e ti mosterò il mondo. Attraversando la terra guarderemo le cose con i nostri sguardi distinti e pronti a completarsi. Ti insegnerò a giocare col vento e ti mostrerò i segreti di ogni cosa… Innamorato di te sin da allora, senza saperlo, ti proteggerò da ogni tempesta e sarò per te il tuo riparo ed il tuo rifugio.
Come una stella nel buio
Come un diamante in fondo ai tuoi occhi
Insieme. Sarò al tuo fianco, sempre, pronto a sorreggerti, non cadrai… sarò la tua forza e tu la mia sicurezza. Crescerai tra le mie braccia ed io con le tue risate…

Un giorno mi prenderai la mano, sarai già una donna, e mi mostrerai l’anima. Ancora insieme, nonostante i tempi ed i percorsi del cuore… piccole distrazioni, la necessità di distanza per ritrovarsi nella consapevolezza di se stessi. Mi insegnerai a disegnare un cerchio nell’acqua… e a non aver paura di sbagliare. Mi sfiderai a correre più veloce e… mi batterai. Ti guarderò, vedrò sovrapporsi i tuoi occhi furbetti di bambina a quel viso maturo. L’emozione di te in un pensiero che cresce. Ci guarderemo… spirito e corpo. Spirito e corpo… ti innamorerai di me, e sarò il tuo fiore raro da custodire e far risplendere.

Un giorno ci prenderemo per mano, saremo splendidi, e ci mosteremo la vita. Andremo per il mondo, dentro l’anima. Ogni parte di me si prenderà cura di te, ed ogni parte di te si affiderà a me. Leggeri, come il mio respiro sui tuoi occhi. Una vita che ti appartengo… una vita che mi aspetti.
Una corsa senza fiato sotto la pioggia…
Il tuo sorriso che esplode
Freschi e puri come due bambini mai cresciuti

E camminare al sole, la nostra terra, il profumo degli alberi, il profumo di te…

Il silenzio e la confusione della mia stanza

Come l’anima che talvolta non ha pace… solo l’anima di taluni, che vagano, come hanno sempre vagato, in cerca di se stessi. Per certe persone cercarsi vuol dire trovare qualcun altro, un qualcuno in cui il riflesso di sé è stato perduto, affondato, dimenticato lungo una vita sparpagliata in pensieri, animi, sconosciuti sguardi… troppo distratti, troppo trasandati, e per causa dei quali ora ci si ritrova qui, ancora… a cercarsi.
Non ho mai avuto qualcuno a cui mostrare le mie lacrime. Raccolte con cura nell’antro più ristretto del mio tempo, hanno corroso il loro giaciglio e si sono riversate dentro di me, inondando tutto il resto.
Tu sei la prima persona a cui parlo. E sei anche la prima che sa ascoltarsi.

Mi hai ritrovato lì, in quel passo mancato dentro di te. In quel salto azzardato fuori dal mondo. Il mondo… non l’ho mai voluto, non ho mai voluto una bocca, un paio di occhi, gambe e braccia, respiro, suono, pensiero e sensazione, percezione di esistere e consapevolezza di vivere. Vomitando tutto fino all’osso delle cose, l’angoscia della mancanza di me mi ha separato da ogni possibilità di contatto con gli altri. Eppure ho sempre voluto essere amato… solo questo, soltanto questo.
Amato.
Amato.
Amato.
Dentro, senza eccezioni, incondizionatamente, neanche un limite, indecisione, ripensamento, analisi razionale del mio essere irreale e insensato, poco concreto… poco adatto alla sopravvivenza. Poco adatto… non responsabilmente presente sulla terra.
Non ho mai avuto nessuno a cui riuscissi a chiederlo. Chiedere di amarmi, in silenzio, senza le parole. Invece…
a te l’ho chiesto subito
e non me ne sono neanche accorto
l’ho chiesto subito
e tu non mi rispondevi
ed io te lo richiedevo, continuamente, senza sosta, neanche un ripensamento, o analisi del nostro essere inadeguati… impossibili…
incompatibilmente adatti ad amarsi

adatti ad amarsi

Ma non ha importanza

Non ha importanza il mio vagare nel buio, col viso solcato dalla tua mancanza, e tu che non arrivavi mai…
Troppo tardi per rispondermi, troppo presto per poter ricominciare

Fallo ora.
Adesso
Rispondimi
Ora che siamo di fronte a noi. Ora che la mia stanza è in attesa della tua mano, e sola mano, della carezza che non trema se non per l’emozione di raggiungermi, dell’anima che non rabbrividisce se non per l’impeto del desiderio, dell’abbraccio… eterno ricongiungersi alla nostra esaltazione continuamente solo sfiorata.
Abbracciami ora

Entra nella mia stanza
E non andartene…

Ho rifiutato il cibo, l’aria, i miei occhi perché avevo paura di aspettarti e di rincontrare solo la tua indifferenza avvolta dal mio freddo
Ho rifiutato la vita perché non volevo vedere quanto ti amavo, e quanto poco amavo me…
Ho rifiutato la morte stessa perché volevo starti accanto, ed ho aspettato, aspettato, insieme alla tua ombra scegliendo l’esilio dal cielo piuttosto che una pace senza di te
Ho sbagliato tutto, i tempi, gli attimi, i passi, e gli abbracci… solo per non dirti mai che per me eri l’essenza, come io ero la tua… potevamo essere solo insieme

Solo insieme

È così ancora.

Vieni qui, sediamoci insieme nel nostro posto preferito, quello che solo noi conosciamo, e che nessun altro può vedere; poi prendiamo la nostra anima e ridipingiamone i muri, di che colore li vorresti? Io li vorrei come il vento… azzurro ed accecante, trasparente nella sua immensità, ma inattaccabile dall’esterno.

La realtà è finta,
e probabilmente non mi avrà mai, ma questa volta io vorrei che fossi tu ad avermi

Tu.

Ed ora che sai ascoltarti, vieni e rispondimi.

Adesso.


18 - febbraio - 2006

A metà... fra prosa e racconto.

Our Tree


Solo le tue mani tra le mie

I miei occhi in fondo ai tuoi
Essere presenti e liberi...


Sentire il ritmo del sangue

Pulsare e vibrare ad ogni nostro sguardo

(Il passato si è estinto)

A Te - Jovanotti -

A te che sei l’unica al mondo
L’unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro, quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato all’ angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi, con gli occhi bassi
Stavo in fila con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro, niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia che con un solo salto
Ci fa volare dentro all’aria come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l’arte dell’avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l’unica amica
Che io posso avere
L’unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
A te che hai reso la mia vita bella da morire
Che riesci a render la fatica un immenso piacere
A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore

A te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni...


Wow... oggi la primavera canta davvero a voce alta... :) bellissima giornata... Buon 25 aprile a tutti, spero che il tempo vi sorrida come qui da noi.
Ascolta il passo breve delle cose
- assai più breve delle tue finestre -
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato: la tua donna.
E' fatta di ombre e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero
e tu non lo sai dare.

Alda Merini

Una NOSTRA poetessa, orgoglio contemporaneo.

Io sono certa che nulla più soffocherà la mia rima,
il silenzio l'ho tenuto chiuso per anni nella gola
come una trappola da sacrificio,
è quindi venuto il momento di cantare
un esequie al passato.

Un grazie di cuore a CHI ha sempre le parole giuste al momento giusto, e che è capace di svegliare quando il sonno si fa troppo profondo... :)

Essere semplici


C'è qualcosa che facciamo, al di là del lavoro... dei pensieri, degli obblighi, che ci fa toccare la pura gioia, quello stato dell'essere tipico di quando eravamo bambini: il modo di guardare le cose e di sentirle così libero ed incontaminato. Non è solo un hobby, è il modo in cui noi torniamo ad essere semplici... è il nostro modo, unico, che ci permette di staccare da tutto... Non ha importanza quale sia lo sport, non ha importanza quale sia la nostra passione... se siamo bravi o meno, se siamo dei fuoriclasse o delle "schiappe", è il nostro modo... e la gioia che proviamo in quel momento è la nostra energia.







Non hai parole e resti muto davanti alle tue porte.

Non hai mai un verbo, un semplice verso che venga dalla tua voce.

Parlarti è sempre stato parlar con me stessa... come guardarti è sempre stato vederti in uno specchio senza mai incontrare TE.



L'amore non si chiede, non s'implora, l'amore non si ordina... l'amore si dà liberamente e si riceve senza condizioni, senza limiti senza "se, ma, forse"... l'amore non si chiude in un cassetto, non si esclude, l'amore si coccola e si stringe con forza, l'amore appassiona, e si vive con gli occhi e tra le braccia... l'amore è il respiro del nostro corpo...

Il mondo esterno esiste come un attore su di un palco: sta lì, ma è un'altra cosa.
Fernando Pessoa

Chi non crede, non può amare.

- Parlami d'amore -


Un film e la rabbia nel petto del protagonista…
Ispirazione estemporanea.

Un giorno amerai come me.
Ed io non ci sarò.

Un giorno aprirai gli occhi e ti renderai conto di esser ancora vivo… Ti guarderai intorno, spaurito e disperso e cercherai un abbraccio, ma non lo troverai. Imparerai cosa vuol dire desiderare… e morire con l’ansia di toccare l’anima.
Sentirai il tuo cuore battere, il tuo respiro cercar disperatamente labbra serrate, ti guarderai dentro e vedrai solo fuoco che mai si spegne, fuoco che si accresce nel tempo ad ogni tocco solo accennato… Sentirai, un giorno, l’unione fra te e il tuo corpo.
La memoria si spingerà verso di me, una sensazione… una percezione oltre la distanza, ma io ti impedirò di ricordare. Non sarà uno sforzo, sarà la mia anima stessa a rifiutarti, non crederò più alle tue illusioni, né ai tuoi sguardi, non crederò più al cuore…
Non ricorderai e vivrai in un conflitto perenne tra esterno ed interno, ed io sarò solo il tuo muro. Sempre puro muro.
Cambierai, stanne certo, incontrerai la mia sensibilità… sperimenterai tutte le mie incomprensioni, sarai la mia stessa voce, le mie stesse mani, le mie braccia, la mia pelle… Imparerai tutto senza di me, ti scontrerai col tuo riflesso, qualcuno che come te vorrebbe essere solo ombra della vita e della tua ombra ti innamorerai cieco di disperazione. La tua ombra amerai e la tua ombra stessa sarà a distruggerti.

Allora, nel momento in cui starai per affondare nel tuo buio, aprirai gli occhi.. e mi vedrai. Sarà solo un attimo.

Un ricordo… come un fulmine improvviso… la contrazione della mia anima in te, gli occhi che hai perso proprio quel giorno…

… la vita che mi sono ripresa.

L'originalità

A volte si pensa che per essere speciali ci sia bisogno di compiere chissà quale impresa. Ci sono alcuni che credono che LASCIAR IL SEGNO nel mondo, negli altri, necessiti il superamento di sfide tali a dimostrare di essere ogni volta i migliori... superiori a chiunque altro si metta sul nostro cammino. E questi atteggiamenti valgono tanto nella vita, quanto nell'arte. Io credo che l'unica SFIDA reale sia quella di ESSERE SE STESSI. Mostrarsi per quello che siamo, imperfetti, emotivi, fragili, così... umani... splendidamente umani. Essere invincibili, essere speciali, per me... vuol dire - semplicemente - questo.

Ed oggi, leggendo, ho trovato questa frase, che voglio condividere con tutti voi:

Comprendi che l'originalità non è fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima, ma è qualcosa che ha origine in te. Anche se una cosa è stata espressa da altri mille volte, esprimendola sinceramente la renderai unicamente tua.

Swami Kriyananda

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Un passo dentro

Un passo con te...

Il piacere delle cose semplici, e del calore umano. Una risata, il tuo cuore che mi ascolta. Trovare se stessi davanti alla propria scrivania, rivedersi in un libro.

La sicurezza del tuo abbraccio, la chiarezza del tuo sguardo. Non dover temere solitudine, non sentir più freddo.

Il sole sulla pelle, la profondità del tuo bacio...

Muoversi libero, sentir fluire e rifluire il respiro.

Nella mia stanza l'anima...

Nella mia stanza di nuovo Io...

We are wild


New look

Un po' di cambiamenti.... ;)

Si accettano commenti! Un grazie comunque a tutti coloro che mi visitano quotidianamente, che apprezzano ciò che scrivo, e che hanno votato il mio blog :) Oggi sono a corto di idee.. le ho concentrate tutte nel fare le varie modifiche e rimettere tutto al proprio posto..

Stasera c'era un cielo stupendo... i tramonti sul mare della mia città sono imparagonabili..

Undicesimo piano.... ore 19.15 ... un'immagine folgorante

un cuore che esplode
guardare tutto dall'alto quasi con onnipotenza e sentir scorrere l'atmosfera dentro...
Senza metafore...
oggi PIOVE, e resto travolta dal cielo, dall'acqua sul viso, dentro... nelle ossa... sentire il proprio corpo, percepirsi, e diffondersi intorno.
Cader giù insieme a lei, contemporaneamente piombare sulla terra, ripetutamente.

Andar oltre il proprio sguardo, raggiungere l'orizzonte, saltar il mondo.... saltare il mondo.

Lentamente sono pioggia
Lentamente vorrei.....

Buongiorno a tutti, in questo giovedì di aprile senza primavera.

Così... di fronte al tuo mare

così... di fronte ai miei passi

non riesco a dormire, continuo a guardarti

in silenzio pensieri, in silenzio gesti

senza ordine, con una sola direzione
vago... tra le tue pagine imperterrito

cosa vorresti dirmi... cosa vorresti che facessi...

guardami ancora, guardami solo una volta

sono te
sono sempre stato te

L'attesa



L'attesa

un leggero fiato


un filo di voce...


nel mondo un incrocio di luce


sorridere d'istinto


quanto tempo tra furori e distanza...


nascosti dietro un frammento di esistenza


irrompere alle tue spalle
senza troppe parole...


improvvisi come un ritorno

improvvisi come il tuo desiderio che mi espande in te




Possiedi delle cose, se necessario, ma non permettere che nessuna - cosa - ti possegga.

Swami Kriyananda

Quante volte


Quante volte, quanti attimi... e scrivere per non sentire... il silenzio in cui si può scivolare.

Scendere in fondo alle cose, alle scatole dell'anima... porte semichiuse, porte semiaperte... i punti di vista del cuore da cui distogliere le sguardo, comunque.

Quante volte, quante notti... e i giorni senza parole, e i giorni senza sole, e le tue nuvole che mi rincorrono e in cui cado senza accorgermene, a volte...

E le ore.. e le ore.. tra le mani la passione che muore, tra le dita occhi di pietra, lo sgretolarsi dei minuti tra l'annientarsi delle emozioni... spegnere il tuo viso, cancellare un respiro tra l'assenza, eri solo una parola... eri solo un movimento di labbra...

Quante volte, quanti desideri... e vivere senza sentire, e vivere senza vedere... e provar a capire... la mancanza di te in me

... la mancanza di te infrangersi contro le porte del tuo nulla

... la mancanza di te nel tuo corpo che camminva lontano

... la mancanza di te in un abbraccio



Ogni desiderio mi ha arricchito molto più del possesso, comunque illusorio, dell'oggetto stesso del mio desiderio.


Et si notre âme a valu quelque chose, c’est qu’elle a brûlé plus ardemment que quelques autres.
- André Gide -


Misurato obiettivamente, quanto l'uomo con i suoi sforzi appassionati riesce a strappare alla verità è una parte minima.

Ma quegli sforzi ci liberano dalle catene dell'io e ci rendono compagni degli uomini migliori e più grandi

- Albert Einstein -

La liberazione dell'aria


Liberare l'aria...

senza spazio senza fine

elevarsi...

essere ovunque

- ti porterò in fondo all'anima

espirare...

sensazioni e vita

il senso di me stesso

gli occhi che mi fai ritrovare

il tuo corpo... da proteggere e in cui affondare

un tocco sulle tue spalle

attraversare brividi ed immensità


mentre il silenzio

appoggiato al suo muro

abbandona infine

la mia pace...

L'Eternité - Arthur Rimbaud -


Elle est retrouvée.

Quoi? - L'Eternité.

C'est la mer allée

avec le soleil.
L'anima e il corpo non sono due cose diverse,

ma solo due modi diversi di percepire la stessa cosa.

- Albert Einstein -


il tempo schiaccia se stesso

ormai pensarti è un non pensarti...

un passo sempre in là di ciò che senti

uno schiaffo sull'altro

un vento che mi portava indietro

tra lacrime e tempeste

sempre al lato della vita

sempre nascosto tra pagine...

che scrivevi nell'invisibile

e che mai... avrei dovuto leggere...

L'ultimo sogno


come un bambino che ha fra le mani il suo sogno

non sporcarmi come fa il mondo

che tutto prende ed abbandona

che tuttto affonda e non cura

che ogni cosa schianta sulla terra

e non perdona

ti prenderei come un bacio

semplice respiro tra le mani

chiaro il giorno che ti viene incontro

nel timore di essere fragile

come un fiore che ti guarda e tace

Foglie d'erba

Buongiorno oggi con lo zio Walt...


L'atmosfera non è un profumo, non ha il gusto del distillato, è inodore

è fatta per la mia bocca, in eterno, ne sono innamorato.

Andrò sul pendio presso il bosco, sarò senza maschera e nudo,

Mi distruggo dalla voglia di sentirne il contatto.

Il fumo del mio fiato,
echi, gorgoglii, diffusi bisbigli, radice d'amore,
filamento di seta, biforcazioni e viticcio,

Il mio inspirare ed espirare, il pulsare del cuore,
il transitare dell'aria e del sangue attraverso i polmoni,

Il sentore delle foglie verdi e delle foglie secche,
della spiaggia e degli scogli neri, del fieno del fienile

Il suono delle parole eruttate dalla mia voce
abbandonata ai vortici del vento,
Pochi rapidi baci, pochi abbracci, un tendere a cerchio di braccia,

Il gioco delle ombre e dei riflessi all'oscillare dei rami flessuosi
Il piacere da soli o tra la folla nelle strade, o lungo i campi o sui fianchi d'una collina

La sensazione di salute, il vibrare del pieno mezzogiorno,
il canto di me che mi alzo dal letto
e vado incontro al sole.

Walt Whitman

Abbracciami - Nek -



I miei giorni spesi con te

Non c'è stata un'ora inutile

Sono tutti vivi dentro me

Stanotte


E tu sei più bella che mai

Come un'onda sull'oceano

Se potessi chiederei mille secoli di te

Di noi


Abbracciami e stringimi

Ai giorni tuoi

In questo tempo assurdo che c'è

La sola cosa vera mia sei te


Poi domani quando verrà

Lo attraverseremo liberi

Le carezze che mi fai in ritorno le riavrai

Da me


Abbracciami e fidati

Dei brividi che tu mi dai

Il resto poi il resto è

Da scrivere


Tu abbracciami e parlami

Con gli occhi che sorridono

E se vorrai il resto è

Da vivere


Il resto è da scrivere


Ti dico ancora abbracciami e stringimi

Affidami i giorni tuoi

Li accetterò il resto è

Da vivere


I miei giorni spesi con te

E nemmeno un'ora inutile

Sai che amarti è sempre stato

il mio Pensiero


Mi cerchi...

ti cerco...


ti ritrovo sulla mia pelle

senza neanche accorgermene


ti sento nell'aria

nel giorno che scende in me

nella notte che risale tra il tuo pensarmi


vita contro vita

la tua mano trai miei capelli


accarezzare il leggero intrattenersi col tempo...

- ti avevo persa... -

non si può perdere se stessi.....

- non lasciare più la mia mano... -


non perdere più il mio sguardo...

Tramonto


Il mio cielo stasera era così... rientrando a casa.



Oggi sono un tramonto.

il sole ed il suo sangue che affonda nel mare

Mi hai mai detto il tuo nome?
Oppure eri un passante
che per caso mi ha toccato il braccio e subito si è perso

Mi hai mai detto il tuo nome?
Oppure eri uno sconosciuto
il cui sguardo per caso ha incrociato il mio ma mai si è fermato

Mi hai mai detto il tuo nome?
Oppure eri solo un soffio di vento che ho scambiato per un abbraccio
una sensazione caduta nella notte

e che mai mi ha detto il suo nome...


Non sconfessare l'anima...

attrarre le tue braccia come fossero le mie
un corpo dentro un altro corpo
unico essere
in un'apparenza distinta
esplosione a fior di pelle
un brivido negli occhi
incontro al fuoco
incontro all'immensità

non so contenerti più
nel mio respiro.... vibro di te
Osserva il volo degli uccelli.
Apparentemente, non c'è nulla che li sostenga nell'aria, eppure volano.
C'è un potere che sostiene anche te, sebbene tu non riesca a vederlo. Oggi abbi la fede necessaria per provare le tue ali.

- Swami Kriyananda -

L'Aquila e la bambina - racconto breve



La nostra storia.
Ero tornato da te per capire. Ero tornato da te perché credevo dovessi farmi perdonare. Ti avevo accettato perché credevo stavolta di far la scelta giusta, ad ogni passo, pur non sapendo esattamente perché le cose fossero andate male quella volta, avevo solo una sensazione, la sensazione di annullamento di me stesso, un giorno ad un certo punto io avevo smesso di esserci e poi… era finito tutto, io prima di te. IO prima di te…
Io e la mia convinzione di essere sempre colpevole… io la mia convinzione di non saper esprimere, di non riuscir ad essere. Ma non è vero niente. Tutto questo sei TU. Sei tu ad impedirmi di vivere. Era lo strascico di te ad impedirmi di essere me stesso.
Ed anche questa volta tu… hai ripetuto i tuoi errori. Credi sempre che per amarmi basti togliermi le forze, togliermi la MIA forza… ridurmi il respiro, alimentarmi poco, sottrarmi la luce, così da farmi sentir debole senza di te, senza quel poco che mi dai… incapace di vivere senza di te, ed in colpa per causare la tua crudeltà.

Questa è la storia di un’Aquila. Un’aquila che era fuggita dal suo regno, perché credeva di non farne parte, di essere diversa dai suoi simili, così iniziò la sua ricerca, la ricerca di qualcosa che non sapeva… ma che ci doveva pur essere, da qualche parte.
Planare nel cielo, sentir il vento scorrere addosso, respirare… fulminare una preda, piombarle addosso ancor prima che lei abbia la percezione del mio arrivo, agguantarla, provare un piccolo rimorso per quella ferocia, ma… era solo per sopravvivenza, non per crudeltà. Tornare in alto… volare… ancora, non stancarmi mai delle mie ali.
E poi trovar un albero, appoggiarsi sopra, guardare…

Una casa. Una bambina, di forse 10 o 11 anni correva fuori, tra erba e terra con un aquilone tra le mani. Umani… che curiosi esseri.
Un oggetto per imitare un volo. Un oggetto per tentare di domare il vento.
Guardarla… lei mi notò, e si bloccò immediatamente. Ammirazione o paura.
Tranquillità… non potrebbe mai raggiungermi, è innocua, si voltò verso la casa e disse qualcosa. D’un tratto un uomo con un fucile mi puntò e scappai.
Un trofeo… umani.

Non avevo più una casa, da tempo avevo abbandonato la mia famiglia ed avevo rifiutato di farmene una mia, sebbene fossi già pronto per farlo, ma il mio spirito… no, lui rifiutava qualsiasi vincolo, persino l’appartenenza alla mia specie, la mia stessa condizione fisica.

Di sera, il tramonto tra le montagne, ed io appollaiato sul mondo, il sole accecare l’aria ed arrossare la neve… uno spettacolo che i miei “simili” non avrebbero mai guardato con i miei stessi occhi. Troppo umano, forse… troppo umano per essere solo un animale.

Tornai il giorno dopo, lei questa volta stava curando le piante insieme alla madre, con tocchi delicati accarezzava le foglie e parlava… Non si accorse neanche di me.
Tornai ancora, non so neanche per quanto tempo, per anni… preso da una curiosità irrefrenabile per quegli esseri. Vidi crescere quella bambina, diventare donna. Iniziai col tempo ad avvicinarmi sempre di più a quella casa, aspettando che lei mi notasse ancora… non riuscendo a capire perché desiderassi tanto quello sguardo… so solo che ero affascinato dalla sua delicatezza misteriosa. Non giocava più con l’aquilone, ma parlava ancora alle piante… lei e i suoi lunghi capelli mossi.

Un giorno, nell’incoscienza della mia giovane età, mi adagiai su di un tronco spezzato proprio davanti al portico di casa. Mi vide dalla finestra, vide il momento in cui con le mie grandi ali mi abbandonavo sulla terra. Aspettai… lei uscì lentamente, aveva un vestitino rosso, leggero che si lasciava prendere dal vento, capelli scuri lunghi nell’aria, e due occhi scuri e profondi quanto i miei. Titubante si fermò a qualche passo e tese la mano verso di me, mi aveva riconosciuto?
Da quanto tempo aspettavo quel momento, il momento in cui avrebbe accarezzato anche me, come faceva con le sue piante…
D’istinto mi alzai in volo verso di lei, le mie ali si mossero da sole, quasi ipnotizzate…
Lei mi sorrideva dicendomi con gli occhi – vieni da me.
Stavo andando, inesorabilmente, verso la sua mano, quando…

- Christine… cosa fai? E’ pericoloso!, esclamò l’uomo affacciandosi alla porta. Mi spaventai, e nel momento in cui stavo già toccando la sua mano, virai bruscamente graffiando la sua carne con i miei artigli. Col suo sangue su di me spiccai il volo… senza neanche voltarmi.

Perdonami... non volevo. Io non volevo farti del male. Ho solo avuto paura.

E se mi uccidessero, o peggio, se mi catturassero. Posso fidarmi degli umani? Quanti miei compagni avevo visto morire per mano loro…

Tornai alla mia distanza, a guardarla da lontano, dal mio albero. Lei aveva capito che ero lì, e sebbene non si voltasse, la sentivo… sentivo i suoi pensieri su di me. Portò la mano fasciata per molto tempo, e non me lo perdonavo. Dovevo dimostrarle che ero buono, che non doveva temermi, che non desideravo altro che le sue attenzioni.

Scesi dalla mia lontanza un giorno di primavera, mi appoggiai di nuovo di fronte al portico, ma in casa sembrava non esserci nessuno. Aspettai…
All’improvviso sentii un’aria minacciosa intorno, sentii un pericolo imminente. Mi alzai in volo, ma delle mani mi afferrarono:
- Vuoi farmi di nuovo male…? Stai fermo…, disse con un sibilo di voce.

Era lei! Calmai la mia agitazione e bloccai le mie ali.

- Sei bellissimo, non posso crederci… un’aquila fra le mie mani!, disse. Il suo sorriso, avrei voluto sorridere anch’io così… le sue mani, il contatto con lei, sentire un calore così presente… no, i miei simili non avevano niente a che fare con tutto questo. Le sue dita incerte scivolavano tra le mie piume, ed io restavo immobile, per non farla spaventare, perché lei non temesse una mia minima reazione violenta.

L’uomo non era in casa, ed io restai con lei fino a sera. Ascoltai i suoi discorsi alle piante, le feci compagnia durante le sue faccende. Poi, ad un certo punto andai via, non appena lo sentii arrivare.
Furono mesi stupendi, imparai a non aver più paura di lei quando all’improvviso mi prendeva alle spalle, e lei non temette più i miei artigli. Iniziammo a fidarci l’uno dell’altra. Lei mi dava persino da mangiare, e presto smisi di cacciare, non mi serviva più. Guardarla era per me molto più della mia libertà, sentirla era diventata la mia vita, guardavo le cose attraverso i suoi occhi… e mi sentivo io, non più un semplice animale.
- Non andrai mai via, vero?, mi chiedeva ogni tanto. – Tornerai ogni giorno, vero?, non potevo risponderle, il mio linguaggio era diverso dal suo, però io la capivo, capivo il suo modo di esprimersi… e non avevo altro modo per rispondere se non la mia presenza, costantemente accanto a lei.

Finchè un giorno…
non mi portò in un posto strano. Era un po’ lontano dalla casa che conoscevo, era una specie di capanna. Entrammo ed io, neanche in quel caso opposi resistenza, lei non mi parlava e mi sembrava strano… la sentivo, sì, ancora la sentivo. Sentivo il suo cuore battere, il suo respiro sul mio dorso, mi stringeva, un po’ più del solito. C’erano tanti attrezzi, pezzi di legno, roba dismessa.
- Lo so, so che presto vorrai andartene, sei un’aquila già matura… troverai qualcuna come te ed allora mi abbandonerai, disse stringendomi ancora di più.
Percepii di nuovo quel pericolo. Lo stesso che sentivo ogni volta che mi afferrava, lo stesso che ogni volta io ignoravo. Ma anche se avessi voluto, non sarei potuto uscire da lì… non c’era via d’uscita, ed infrangere quelle due finestre che c’erano avrebbe significato suicidarmi.
Non potevo evitare di stare lì.
Prese una gabbia. Mi guardò un attimo negli occhi, no… non poteva farlo… ma perché? Perché… se ero sempre con lei, se per lei, per incontrarla avevo rinunciato al mio regno… a ciò che mi apparteneva, alla mia indole da predatore. Ero diventato un animale domestico… per Lei.
Mi infilò nella mia prigione. Chiuse la porticina e mi lasciò lì tutta la notte, al buio.
Perché… come potrei abbandonarti… come potrei andarmene… parlarle, no, non possiedo le tue parole… piangere, no… non potevo fare neanche questo, perché non ero umano.

La mattina seguente venne, la fissai, implorandola con gli occhi di liberarmi… di farmi volare un po’, solo un po’… Mi portò fuori, raggiungemmo la casa e mi appese al portico, continuai a guardarla, e neanche allora mi disse una parola… Quanti giorni stetti in quella condizione, schernito da altri umani che mi tormentavano ogni volta che mi vedevano. Un’aquila in una gabbia. Mi sentivo sempre più debole e guardavo il cielo… il mio cielo. Iniziò a lasciarmi anche la notte lì, ed io lo preferivo, almeno le stelle mi facevano compagnia.
Ogni tanto infilava la mano nella mia gabbia e mi accarezzava, diceva – bravo… continua a far il bravo…, se solo avessi voluto gliel’avrei tranciata quella mano, e sarei volato via per sempre, ma non potevo… mi sarei sentito un assassino. Raramente mi dava da mangiare, ed io non sempre lo accettavo. Volevo il mio cielo… solo il mio cielo.
Un giorno aprì la gabbia, mi legò con una corda stretta alla zampa, a tal punto che iniziai a sanguinare, e mi disse di volare… Volare? In quelle condizioni? Legato a lei da una corda? Volare dopo giorni di poca alimentazione, di immobilità… io…che ero uno dei predatori più pericolosi ero diventato un pennuto comune. Un volatile qualunque… lei mi voleva così, per star tranquilla… ed ora pretendeva pure che volassi, che le mostrassi la mia magnificenza, per cosa? Per l’orgoglio di poter dire a se stessa che possedeva un’aquila... No… mi rifiutai di volare e rimasi adagiato ai suoi piedi. Improvvisamente mi accorsi che su quello che era il mio albero c’erano due aquile… riconobbi subito chi fossero, erano loro… proprio loro, e vedere la loro forza, l’aria con cui dominavano tutto intorno, mi fece provare rifiuto e vergogna per la mia debolezza.

Guardai lei… e la vidi. Finalmente.

Se avessi fatto un cenno, loro si sarebbero lanciate giù e l’avrebbero uccisa pur di liberarmi, ma ero io stesso che dovevo farlo. Io dovevo liberare me stesso. Anche lei si accorse della loro presenza e presa dal panico, mi chiuse in un sacco e mi lanciò in fondo al pozzo… stavo morendo… e forse in una parte di me lo desideravo sul serio… poi andò a chiamare qualcuno, quel qualcuno mi tirò su e con quel gesto mi salvò la vita… ma appena aprì il sacco mi puntò il fucile, a quel punto le mie due compagne piombarono giù per distrarlo ed io riuscii ad uscire dal sacco.
Loro erano lì, al mio fianco, nonostante io non ci fossi mai stato per loro…
Lei cercò di afferrarmi ancora, ed io per la mia debolezza non mi reggevo sulle ali, strappò il fucile all’uomo ed iniziò a spararci, a sparare a caso…
Ci avrebbe colpite… tutte… così, mi feci coraggio, raccolsi dentro di me le ultime energie rimaste e l’attaccai, mi lanciai sulla sua mano ed affondai gli artigli.. il suo sangue, ancora su di me, mischiato al mio.. le sue urla rimbombarono nel vuoto.

Spiccai il volo lontano dal mio tormento, senza voltarmi, affiancato dalle mie due compagne che sorreggevano il mio volo incerto.
Respirare di nuovo, dopo aver vissuto nell’angoscia di qualcosa che era solo nella tua mente, e nella mia convinzione di essere qualcosa che non sono.

Come può una bambina capire cosa vuol dire volare… un essere umano che considerava un’aquila un semplice pennuto da tenere in gabbia e da mostrare agli altri… mostrare la sua conquista, mostrare il suo trofeo che stava morendo, e che poi avrebbe imbalsamato con cura.

Tornare nel mio regno, sulla mia montagna, nel mio cielo… lì dove c’è chi non avrà il tuo bel linguaggio, ma ha la percezione di ciò che sono veramente, semplicemente perché è come me.

Le ferite passeranno, il sangue si asciugherà, i miei occhi attraverseranno il tempo, ma non torneranno più da te, ora che so chi sono… ora che ti vedo.

Credo che tu non potrai mai capire tutto questo: una donna non potrà mai amare un’aquila, né un’aquila perdere le sue ali e dimenticare il suo cielo.

Addio.


In a lifetime - U2 & CLANNAD -


Hard to tell

Or recognize a sign

To see me through

A warning sign

First the thunder Satisfied

Then the storm

If the past it will not lie

Torn asunder The future

you and I In the storm

Get blown away



In a lifetime

In a lifetime



And as the rain it falls

Begin again Heavy in my heart

As the storm breaks through

Believe the light in you

So the light shines in you

Faded and worn Without color

Torn asunder in the storm

Torn asunder in the storm

Unless the sound has faded from your soul

Unless it disappears

First the thunder Selfish storm

Then the storm

Hold on the inside

Torn asunder



One life In the storm

In the storm



In a lifetime

In a lifetime

In a lifetime

In a lifetime


(è la mia colonna sonora di questi giorni. è illuminante. il video poi è stupendo...)
La mia città... qui è dove vive il mio cuore...

Oggi era nuvolosa, un po' imbronciata, ma è sempre la mia emozione... e pensare che ho avuto il coraggio di lasciarla, pensando che non mi sarebbe mancata più di tanto, che potevo farne a meno, ma no... mi sbagliavo: le origini, l'attaccamento alla propria terra sono un sentimento indimenticabile. Come indimenticabile è stato il suo abbraccio quando sono ritornata da lei, dopo 2 anni...



Ora ti riconosco... :)

Questa è stupenda. Il sole appena tramontato sul mare, e l'aria bluastra della mia terra antica. Uno dei miei posti preferiti, in cui l'atmosfera risuona insieme alla mia anima.





E questo è l'arcobaleno che ho "catturato" al volo mentre guidavo... ! una foto abbastanza avventata, ma non ho potuto evitare... :P

Abbandono tutti i percorsi
essere sempre sfasati
in controtempo
controsenso
la decisione
di tornare da me
sono intuizione
sono corpo che si illumina e ti riflette
la mente…
è l’espansione dell’essere sensibile
parlarti
e dirti qualcosa che abbia valore…
l’importanza dell’essere nati insieme…
in un istante
ritrovarsi
in quell’istante
essere presente
non più ieri domani
ma adesso
parlarti
ed essere più del silenzio
essere te e me
all’unisono
rosso eterno

aspetterò


col tempo tra le mani

l'anima travolta sul ciglio del mondo

i miei occhi sempre verso di te

pensosi e scolpiti nei tuoi


la delicatezza si poggerà sulla mia fronte

e scenderà disegnandomi nell'aria...


aspetterò una carezza

aspetterò la tua voce

Un cerchio intorno a me


Cosa ne sai tu di una sensazione…

Vivere in respiro
e sentire l’anima che si ingigantisce
nell’infinito

cosa ne sai tu dell’appartenenza…

incessante un limite che non c’è
attraversarsi in una vertigine senza inizio né fine
oltrepassare contorni
pensieri
essere leggeri ed eterni

un sole che mi brucia nel petto
essere immenso
come quelle ali che lasciai cadere
in te, per consolare
la tua vergogna…
e i miei occhi che chiusi
in te, per non vedere
la tua angoscia…
e il mio cuore che legai
in te, per evitare di svegliare il tuo silenzio

l’agonia di una colpa in cui mi avevi già ucciso
e che avevi giurato di risparmiarmi, questa volta

il nostro cerchio che ritorna
insieme a ciò che non sai vivere
e in cui tu speri di annullare te…

ma non più me

non ci sarà più me…
nè le nostre notti

perché io vengo prima di un cerchio da chiudere